RISCATTI: LE IMMAGINI CHE LASCIANO IL SEGNO

Quando la vista va oltre lo sguardo, la macchina fotografica si trasforma in una lente d’ingrandimento sul mondo e le emozioni. È quello che è successo a Colle di Val d’Elsa durante l’estate 2018 grazie a RISCATTI, il progetto promosso dalla Fondazione Territori Sociali Altavadelsa, in collaborazione con il Comune colligiano, che ha coinvolto un gruppo di adolescenti coordinato dagli operatori del Doposkuola. I lavori realizzati, organizzati in una mostra, rimarranno esposti presso il distretto socio sanitario di Campolungo fino a metà febbraio: la mostra è dislocata su due piani, nel dettaglio, infatti, una parte di scatti saranno visibili al piano terra, i restanti saranno invece accessibili al primo piano del complesso.

 

All’interno di RISCATTI, i ragazzi hanno avuto la possibilità di esprimere la propria creatività, di indagare e reinterpretare la realtà, di scoprire e scoprirsi, ma soprattutto di mettersi in gioco e comunicare il loro punto di vista sul mondo attraverso un nuovo canale espressivo.

 

“Per noi operatori – affermano Marco Pagliuchi e Francesca Mori, educatori del doposcuola – è stato entusiasmante condurre i ragazzi in questo percorso di avvicinamento alla fotografia, anche perché ci ha consentito di entrare, in punta di piedi e nel rispetto di tutte le sensibilità, in un mondo interiore che aspettava soltanto di potersi esprimere nel modo giusto. In un’età, come quella dell’adolescenza, ricca di trasformazioni, ansie, incomprensioni reali o presunte, la fotografia può davvero essere uno strumento per sviscerare le emozioni che con le parole è difficile esprimere”.

 

Ad accogliere i visitatori, dunque, ci saranno tante suggestioni ma anche il racconto di un lavoro di gruppo, di una contaminazione reciproca che accresce l’esperienza del singolo e che esalta il valore del contatto umano, in un’epoca in cui le relazioni umane vere e proprie cedono spesso il posto a colloqui virtuali. Non a caso lo slogan della mostra è DA SOLI POSSIAMO ESSERE TANTI, MA INSIEME SIAMO UNO IN PIÙ, che operatori e ragazzi hanno ricostruito sul piano iconografico all’interno di un colorato puzzle con i volti dei partecipanti che, insieme, danno vita ad un unico nuovo volto.